venerdì 20 aprile 2012

Ebbene l'ho fatto anch'io ho scritto insieme a Rosario Manola, un amico, un romanzo . Titolo "IL VUOTO" I protagonisti della storia, Concetta, Orsola e Michele conducono la propria esistenza in un piccolo paese della Calabria. Michele è stato anche a lungo emigrato negli Stati Uniti e al ritorno al paese, a seguito della morte dei suoi genitori, vi rimane. Le due donne amiche da sempre guardano a quella realtà 'paesana' con occhi e mentalità assai diverse ma le loro vite, quasi inevitabilmente, si intrecciano.

sabato 16 gennaio 2010


Un programma del Museo Etnografico di Morigerati per la Giornata Europea del Patrimonio: 27-28 settembre 2008

Voci di Donne rende fruibile una parte dell'archivio sonoro del Museo. La sala dedicata ai manufatti, agli utensili e macchine tessili sarà sonorizzata con la voce di una donna contadina di Morigerati che racconta le condizioni della vita e del lavoro, dal dopoguerra fino ad oggi.
Altre narrazioni biografiche saranno offerte all'ascolto nella sala multimediale del Museo attraverso postazioni individuali.
Ho scelto tre interviste di donne che raccontano di sè, della famiglia, del paese, del lavoro a Morigerati e fuori. Sono racconti sintetizzati attraverso un' operazione di montaggio che spero non tradisca i documenti originali. In effetti si tratta di interviste a cui sono state omesse le domande, contratte le pause ed eliminate alcune ripetizioni e ridondanze. Mi rendo conto che spesso queste operazioni sono arbitrarie, poichè le pause, le ripetizioni sono portatrici di senso nel contesto di una conversazione, ma ho ritenuto necessario rendere più agevole l'ascolto e quindi adottare forme di sintesi.
I racconti sono stati realizzati in questi ultimi sei anni e quelli scelti rendono bene il senso di queste vite contadine: del durissimo lavoro nei campi, dell' impossibilità a frequentare le scuole, dell' estrema povertà diffusa in ampli strati sociali, dei primi contratti operai negli anni dello sviluppo dei lavori pubblici, dell' alimentazione, dell' allevamento dei figli. Nell'ascolto mi si affollavano le domande su ciò che è accaduto negli anni del dopoguerra e pensavo al balzo che queste comunità hanno compiuto con molta consapevolezza sulla necessità del cambiamento. Queste donne sono, quindi, le protagoniste di un mutamento radicale, non tanto delle loro vite, ma certamente di quelle dei figli.
Il logo del programma è di Fausto Bonasera

mercoledì 3 settembre 2008

Roba da museo


Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari è a Roma, in un luogo monumentale ma anche un pò cimiteriale: l'EUR. A ventidue anni ho iniziato a frequentare quel luogo che ancora ritengo essere il Museo di Antropologia più ricco ed interessante d'Italia. Devo ammettere che l'esposizione degli anni settanta era ancora affascinante poichè conservava le tracce della grande mostra di Entnografia Italiana del 1911. Erano vaghi echi ma ancora presenti. I tesori, per un giovane studente, erano gli archivi: foto, registrazioni sonore, oggetti... ed io ero libero di sguazzare in quella specie di bazar delle culture italiane. Non avevo mai visto niente di simile. La mia docente di antropologia all'università di Salerno, Annabella Rossi, dirigente del museo, mi aveva dato una opportunità esaltante. Lavoravo alla catalogazione degli oggetti, dei documenti sonori, delle fotografie, ma allora si faceva senza pensare di costruirci su una qualche carriera. Era una parte del lavoro e mi serviva a conoscere ed analizzare repertori di oggetti e di beni immateriali, come si abusa oggi. Poi iniziai l'attività di ricerca al seguito della Rossi sui rituali del Sud. Questo imprinting ha determinato tutte le mie successive scelte : cercare di comprendere almeno alcune componenti delle culture dei luoghi dove vivevo ed ero nato; attraverso l'uso dei mezzi tecnici di documentazione lasciare traccia di questo lavoro nelle istituzioni pubbliche; acquisire competenze per la creazione di musei e centri di documentazione dedicati alle culture locali; continuare a svolgere l'attività di ricerca anche al di fuori dell'accademia e delle istituzioni.

martedì 2 settembre 2008

TERRE IN SERRA, una ricerca per la Federbraccianti di Eboli.





Nei primi anni 80, da poco laureato, appresi che il mio amico e collega del corso di laurea, Francesco Marcigliano era responsabile della Federbraccianti del comprensorio di Eboli. Erano anni in cui il sindacato cercava di dare dignità al lavoro dei braccianti sottoposti, in modo diffuso, al caporalato.

Organizzazioni dedite anche ad attività illegali, si erano 'offerte' quali mediatrici della forza lavoro tra proprietari terrieri, con pochi scrupoli e molti soldi, e lavoratori disoccupati che vivevano nei piccoli paesi delle colline attorno alla grande e fertile piana del fiume Sele, in provincia di Salerno. Nella difficile situazione di dover gestire interessi spesso assai differenziati anche tra i lavoratori agricoli, la sempre diffusa dicotomia tra lavoratori fissi ed avventizi, il sindacato doveva lottare su più fronti. In una situazione di altissimo livello produttivo delle aziende agricole della piana del Sele, i rapporti di lavoro rimanevano costantemente legati al paternalismo ed alla diffusa illegalità. Quale poteva essere il mio contributo a questa realtà di lotte sociali e sindacali? Ne parlai con l'amico Francesco, con il responsabile della camera del Lavoro di Eboli, Lucio Russomando, e decidemmo che potevo contribuire a far conoscere quella realtà attraverso una ricerca fotografica . E così, con Francesco che conosceva benissimo tutte le differenti realtà e con una brava e simpatica fotografa romana Lisa Bartoli, free lance che collaborava con la CGIL romana , per giorni vagammo per quelle terre. All'alba, negli orari in cui i braccianti si radunavano lungo le strade per essere raccolti dai furgoni dei caporali; nelle ore del lavoro e delle soste. Marcigliano era una guida ineccepibile. Lo conoscevano un pò tutti, non solo perchè sindacalista ma per una carica umana che era il tratto distintivo del suo lavoro. Russomando appoggiò pienamente questa iniziativa con determinazione ed anche un pò di coraggio. Il sindacato, in quella zona, non aveva dimestichezza con questo tipo di interventi. Alla fine alcune immagini furono pubblicate sui giornali della CGIL grazie a Lisa Bartoli, ed una selezione del mio lavoro divenne mostra fotografica che facemmo girare in tutti i comuni della piana del Sele. Russomando, come era nel suo stile, andò oltre e di 10 immagini ne fece un portfolio con due interventi introduttivi: uno dell'economista Enrico Pugliese ed un altro di Francesco D'Agostino, segretario regionale della Federbraccianti CGIL. Mi aiutò nelle selezioni delle immagini Raffaele Venturini, il più interessante fotografo salernitano, la stampa fotografica fu realizzata, con la consueta attenzione, da Anna Maffi, fotografa ed amica da sempre. La pubblicazione venne venduta a prezzo politico per contribuire alla costruzione della nuova Camera del Lavoro di Eboli

! maggio all'auditorium canzoni illustrate dalle mie fotografie

! maggio all'auditorium canzoni illustrate dalle mie fotografie
Parte del programma di sala del concerto del primo Maggio